lunedì 30 maggio 2011

E Milano si tinge di arancione!

Sto soffrendo tanto a esser qui, stasera, nella verde Svizzera, quando vorrei essere nella mia arancione Milano, in piazza del Duomo, a festeggiare, a cantare e ballare. Ma son contenta, contenta davvero, e fiera dei miei concittadini, fiera di essere milanese, una volta tanto, che io la mia città la amo di pancia, di un amore passionale, fatto anche di liti, rifiuti, distanze, fatto di incomprensioni, di grandi malinconie e immensa nostalgia. La amo come solo chi ci é cresciuto e ci ha vissuto la può amare, perché chi la usa per lavorarci e basta non può provar lo stesso, non per altro, non la consoce abbastanza, non la capisce del tutto. La amo come solo chi l'ha anche odiata la può amare. Amo i suoi angoli nascosti. Amo la sua creatività. Le sue risorse.  La sua laboriosità. Odio certe sciure impellicciate e sciuri un po' ottusi, non sopporto i fighetti e i locali in: ma la amo perché so che c'é altro. Ci son angoli nascosti. C'é grande accoglienza. È fatta di tanti universi e tante umanità, perché milanesi non ci si sentono solo quelli che ci sono nati, e, lasciatemelo dire, è piuttosto raro. Amo (e insieme odio) anche la sua durezza. Perché è difficile da vivere. Non è a misura d'uomo, e questo lo sappiamo tutti, eppure ti conquista. E mi piace pensare che a misura d'uomo ci possa diventare, che ha risorse umane, economiche, intellettuali, morali da vendere.  E doveva risorgere dal grigiore in cui era piombata. Deve e può ancora farlo.  E per primi devon farlo i suoi cittadini. Per questo credo ci sia stata così tanta partecipazione a queste elezioni. Lasciamo stare Berlusconi e la politica di Palazzo. Alla fine ha vinto chi ha parlato della città e alla città, chi non ha fatto una campagna contro Berlusconi, ma una per i milanesi. E ora che abbiamo vinto la strada è in salita, perché è una città stanca, ferita, sdrucita, che aveva abbandonato i suoi sogni quella ricevuta in eredità. Ma qualche volta il vento cambia e una città grigia si tinge di arancio, le piazze tornano a riempirsi e la musica a suonare nelle piazze. Speriamo, speriamo davvero che questa promessa di novità venga mantenuta, che questo entusiasmo si traduca in più partecipazione e impegno civile da parte di tutti, e che le promesse vengano per una volta mantenute..Ma per ora, è solo tempo di festeggiare!
Ecco uno stralcio dell'ultimo  discorso di Pisapia prima delle elezioni, commuovente, a mio parere.



“Voi, milanesi, siete gli abitanti della capitale della creatività. Io credo in voi. Io credo che noi milanesi abbiamo risorse umane, intellettuali, tecnologiche da primato e che non possiamo essere una comparsa sul palcoscenico mondiale. Io credo che noi milanesi dobbiamo essere i trascinatori della Green economy, e non degli spettatori. Io credo che noi milanesi dobbiamo guardare al patrimonio culturale della nostra città non come un elemento decorativo della sua storia ma come propulsore del nostro futuro. Io credo che noi milanesi faremo dell’Expo 2015 una grande iniziativa che darà luce al mondo. Io credo che noi milanesi saremo un esempio di civiltà: dimostreremo che dire “bene comune” non vuol dire che l’aiuola davanti casa non è di nessuno, ma al contrario che appartiene a ciascuno di noi; io credo che ognuno di noi avrà cura della città perché città è casa. Io credo che martedì mattina usciremo di casa con un sorriso, pensando ‘mi piace essere qui’. Io ci credo. È arrivato il tempo. È arrivato il nostro tempo. Abbiamo ripreso in mano il nostro destino. Non facciamocelo sfuggire. Domenica e lunedì andiamo tutti alle urne, andiamo a festeggiare la democrazia, facciamo vincere Milano”.



domenica 29 maggio 2011

Fine settimana virale e riflessioni funeree...

Ovviamente alla fine l'ho preso pure io, il virus maledetto e di quelli coi controcojoni che ti stendono a letto. E, tralasciando il fatto che ci tenevo davvero molto a andare a Milano questo we e lo scazzo mi ha presa a mille, non so se potete capire cosa vuol dire due adulti morti a letto con un bimbo guarito e pieno di energie in giro per la casa e nessuno nei dintorni a darti una mano: semplicemente, un incubo. Solo ora comincio a sentirmi leggermente meglio e indovinate? A Leopard sta spuntando un nuovo dente e quindi piange si lamenta strilla strilla si lamenta piange...solo che un altra notte agli inferi io, onestamente, non so se la reggo...

Intanto rifletto sulla vita, sui progetti, sul futuro, e so che non si dovrebbe fare da convalescente e con una mole di carenza di sonno incalcolabile (ché i risultati son deprimenti), ma sto fine settimana forzatamente casalingo mi ha presa così..

Quindi penso a vie di fuga, piani alternativi, chiamiamoli Piani B. Cose del tipo dove sarebbe meglio vivere? Non sono in cerca del posto perfetto, ovvio, primo perché son piuttosto convinta che non esiste, oltre al fatto che ogni luogo ha i suoi lati positivi e quelli negativi (anche se son profondamente convinta che ci sian posti che più ci assomigliano, che in qualche modo ci son più affini di altri), ma anche perchè è difficile conciliare le esigenze personali, quelle lavorative, di una coppia; oltretutto io e Mr Coppola abbiamo due ambiti professionali distantissimi tra loro con opportunità diversamente collocate (come dire ciò che  è meglio per l'uno non o è per l'altra), interessi diversi, gusti anche (anche se non così tanto, per fortuna, almeno quelli..), ma aggiungeteci l'elemento pargolo. Dunque dov'è meglio stare per un bambino? In teoria in un posto verde e abbastanza tranquillo. Ma non sempre questo coincide con l'interesse dei genitori perché nel posto verde dovrebbero esserci anche buoni servizi per l'infanzia e per le famiglie, oltre che altri fattori di non secondaria importanza, quali opportunità lavorative, una accettabile vita sociale nonchè culturale...Insomma, la famiglia cresce, la vita si complica e io ho come la soffocante impressione che le opzioni che anche solo a 30 anni mi sembravano infinite o quasi, si restringano alla velocità della luce...

Forse io potrei continuare a cercar collaborazioni qua e là come free lance, come redattrice, o traduttrice, potrei ricominciar a dar lezioni, e approfondir via via l'esperienza che sto cominciando a far con l'Associazione che abbiam creato. Però la verità è che mi manca qualcosa, e non è solo quel famoso sassolino nella scarpa, ma è qualcosa di importante, fatto anche di relazioni interpersonali, di progetti, di sogni, di soddisfazioni, di dar un senso più vasto a un percorso. L'amara sensazione che non è la mia vita quella che sto vivendo. Eppure è la mia per davvero, e allora la sto sprecando? E, non lo so, non credo di dovermi ancora arrendere così a una vita che non mi appartiene, anche perché secondo me non è mai il tempo per farlo. Lo so, lo so...l'avevo detto che non è saggio avvicinarsi troppo al limite del pozzo che abbiam dentro, soprattutto dopo giorni sfiancanti, ma a volte non si riesce proprio a farne a meno...

venerdì 27 maggio 2011

Buon non compleanno!



No, non sono io, ma potrei tranquillamente esserlo visto che il compleanno l'ho festeggiato a casa sola con Leopard con la febbre a 39, con influenza gastrointestinale, lamentosissimo e piangente (povero...) quasi tutto il giorno, dopo che la sera prima ha rimesso a getto che l'esorcista gli faceva un baffo (e ovviamente ci ha centrati in pieno entrambi, ma che mira ha??)! Per carità, cose che capitano con i bimbi (se non fosse che a noi è capitato anche a Natale, a capodanno e ogni volta che dobbiam partire per qualsiasi luogo!), ma stando da soli, all'estero, senza aiuti, ci son giornate che diventano pesanti come macigni, soprattutto se seguono a  nottate da incubo che si sommano e si sommano e si sommano senza fine (lo so che la fine c'è, o almeno lo spero, ma a volte sembra proprio così!). Se poi questo giorno coincide col tuo compleanno e magari ci piazzi una bella litigata col tuo partner, bè ecco...il gioco è fatto, e non è molto divertente!

Ma cerchiamo di esser positivi che quella mezz'oretta di divertimento in cui il pupo non ha urlato c'è stata. Io mentre lui dormiva mi son dedicata al solito ai miei lavoretti creativi (al posto che al riassetto della casa, se ancora casa si può chiamare...) e verso sera ci siam fatti una photo-session immortalando la mia ultima creazione che però descriverò meglio su Riciclattoli, usando un obiettivo manuale che sfuoca tutte le foto a seconda di come lo posizioni che Mr Coppola mi aveva regalato due natali fa e che poi per mancanza di tempo son riuscita a usar pochissimo e quindi con cui non son ancora entrata in confidenza... ma prima o poi imparerò




Ah, questo uno dei regali che ho ricevuto, lascio alla vostra immaginazione indovinarne il significato...per chi indovina un coltellino svizzero! No scherzo, facciam una spilletta? Ah, come detto non è che non sappiam più metter a fuoco eh, è la lente, per chi fosse curioso: lensbaby.com

mercoledì 25 maggio 2011

Piccoli ingredienti di buonumore...

Ci sono giornate che iniziano decisamente in salita e ammetto che rientrare in Svizzera dopo Barcellona non è una cosa che mi ha dato una gran carica, anzi ... (nel senso che Barcellona batte Basel millemila a uno, forse due...). Però ci son mattine che, anche se le circostanze esterne son sempre le stesse, forse complice il sole e il clima quasi estivo, cominciano inciampando in piccoli motivi di buon umore (e sottolineo che stamattina ci siam svegliati prestissimo e alle 9 avevo già fatto la spesa, la prima lavatrice, un giro veloce lungo il fiume...). Ad esempio  trovare qui questo "decalogo" How to really Love Moterhood, ovvero ispirazioni piccole piccole che però riescono a farci veder il bello dell'essere mamme, a goderci le piccole cose, come guardar il mondo con la curiosità meravigliata di un bambino, riempirsi le giornate di un amore che nemmeno sospettavi di poter provare, e giocare, giocare, giocare, abbracciarsi, cose così... nonostante la sveglia all'alba dopo la notte non propriamente riposante, nonostante a volte sia davvero un duro lavoro...
Scoprire questo video delizioso che mette allegria e fa cominciare a muoversi con nonchalance e  poi a ballicchiarlo non appena si incomincia a guardare. Sapete come succede, no? Il dondolio ritmico della testa, che via via si trasmette alle dita che si muovono  a tempo, e poi le spalle, i piedi... Se poi, come me, vi capitasse di aver intorno un pupetto che si mette pure lui a a ballare a tempo, bè, il sole in faccia è praticamente assicurato...


Ripensare ai giorni trascorsi a Barcellona, guardare i fantastici cactus comprati in un mercatino, riassaporare mentalmente il sapore delle tapas e delle bombas, la luce che inondava la città, le camminate e le chiacchiere tra amiche nei vicoli giù giù fino al mare e alla spiaggia...




Guardare le schede per i referendum tutte colorate arrivate direttamente a casa... (ah, giá che ci sono lo ricordo, che male non fa: il 12 giugno andate a votare per i referendum!!)



O farsi una piccola coccola di pre-compleanno costruendosi da sole un biglietto di auguri (ok, sto delirando, è ufficiale, ma giuro che non ho assunto droghe!), sarà anche un po' folle, ma che ci devo fare? A me mette allegria!




lunedì 23 maggio 2011

Resistenti pacifici

Questo week end mi trovavo per caso a Barcellona, naturalmente è inutile che vi racconti quanto sia bella, luminosa, affascinante, ben organizzata o che vi annoi raccontandovi i miei sogni ad occhi aperti su quanto sarebbe bello vivere in una metropoli scoppiettante, con anche una splendida spiaggia di sabbia, ma forse è più interessante il fatto che mi son imbattuta nei giovani indignatos e nella loro magnifica protesta non violenta.





Credo che abbiate sentito della protesta in Spagna, che da Puerta del Sol a Madrid si sta allargando in tutto il Paese. Nonostante il voto alle amministrative i giovani annunciano oltretutto che non fermeranno la protesta, ma resteranno in piazza (giorno e notte, molti hanno portato le tende) ancora almeno una settimana. Che poi definirla protesta dei giovani mi sembra riduttivo, perché in piazza c'eran davvero persone di tutte le età: giovani, persone di mezz'età, genitori con i bambini, scout, punk e bestia, insomma davvero di tutto, in un clima rilassato, allegro, cooperativo. Con pochissimo dispiegamento di forze dell'ordine, anche se a esser sincera una signora a un certo punto ci si è avvicinata chiedendoci di non far foto ai partecipanti alle assemblee in piazza, perché temevano poi ripercussioni da parte della polizia. Non so se fosse un'esagerazione o no, ovviamente per rispetto non ho fatto le foto. Tanti, tantissimi i cartelloni ovunque, concertini improvvisati, piccoli laboratori per i bambini. Davvero una protesta incredibile, da pensare che veramente un mondo migliore è possibile... e che hanno proprio ragione loro, i resistenti pacifici, quando dicono: People of Europe, reise up!!









martedì 17 maggio 2011

Mamma tigre o mamma agnello?

Ci ho pensato un po', e ho modificato il post che avevo scritto stamani. La sostanza non cambia, in fondo, ma il tono sì.

Vi ricordate la mamma tigre che l'hanno scorso ha fatto il giro del mondo coi video in cui obbligava la figlia a suonare il piano per ore e ore, accusando gli occidentali di esser troppo molli e permissivi e di crescere così una generazione di mollaccioni destinati a esser superati negli studi, nel lavoro e nella vita dagli asiatici?? 

Bene, ora un recentissimo studio di Bryan Caplan, "Selfish reasons to have more kids, why being a great parents is less work and more fun than you think", dimostrerebbe che questo faticoso accanimento è inutile. Invita le madri all'indulgenza, suggerendo che l'educazione a conti fatti non è così rilevante. Che ore e ore a un piano non faranno di vostro figlio Mozart, a meno che non l'abbia scritto nei geni, meglio dunque lasciar più libertà ai nostri figli e divertirci con loro, piuttosto che riempirgli la vita di impegni e pressioni e non permettergli tv, pizza o computer!

Dunque il nostro Caplan sostiene che mamma agnello batte mamma tigre!

Bè, gentile Mr Caplan, io ho trovato da subito quantomeno eccessivi i metodi educativi della mamma tigre, in fondo se mio figlio non sarà un genio, ma chi se ne importa! Piccoli Einstein, piccoli Mozart, a me onestamente basta che mio figlio sia felice (e già questo mi sembra una bella responsabilità per i genitori), che sia un bravo cittadino, onesto e responsabile. Che sappia rapportarsi agli altri, non tema i sentimenti, l'impegno e le scommesse. Cose così, insomma. Però pure lei, ma vorrei sapere se lo studio che ha svolto è finanziato e da chi. Perchè, senza offesa, ma lei quanto la pagano per queste ricerche? Perchè io credo che basti il buon senso di qualsiasi mamma e papà, il famoso giusto mezzo insomma, che forse non fará fico quanto esser un rinomato studioso, che sul curriculum non vien considerato, ma alla fine se questi son i risultati, sempre senza offesa, ma non fa una grossa differenza!

Bè, io non sono una fan della tv, e nemmeno di un eccessivo permessivismo, infatti i bimbi viziati mi fanno sempre un po' arrabbiare (o meglio, i loro genitori). Ma di certo non sono una mamma col pugno di ferro, e sto sperimentando di giorno in giorno come sia difficile educare un bambino, e spesso mi dico che i risultati son scarsissimi, anche considerando la vivacità crescente di Leopard (giuro che a volte nei luoghi pubblici mi vergogno, e  mio figlio ha solo 15 mesi..). D'altro canto credo profondamente nel valore della libertà, della progressiva responsabilizzazione, dell'imparare da soli, facendo (che poi nel caso dei bambini vuol dire giocando) e mi irritano le mamme che questo non e quell'altro pure: non correre, non sporcarti, non toccar quello! Anche se è vero che a volte mi rendo conto che in mezz'ora con un bimbo ci si trova a dir più no che in tutta la nostra passata vita! Insomma di certo non mi piace che i bambini sian trattati come soldatini o scimmie da ammaestrare, ottimizzando il loro tempo come se si trattasse di una catena di montaggio. Credo che educare alla libertà, usando sempre la testa e divertendosi con i propri bambini sia la strada più sana da percorrere. Insomma , siam tornati punto e a capo, ovvero al giusto mezzo.

 E voi, che mamme siete?

lunedì 16 maggio 2011

Senza titolo

In realtà stavo scrivendo un altro post, e intanto cucinando e nel frattempo guardando Leopard (multitasking a manetta!), suona il telefono, mi precipito e chi è? Non solo è la solita ditta che mi vuole vendere qualcosa, non solo qui ti chiaman minimo 3 volte a settimana sul fisso o sul cellulare poco importa, ma la cosa che mi dà ancora più sui nervi è che quando non capiscono qualcosa ti sbattono giù il telefono! E succede davvero spesso! Non lo sopporto proprio: già mi disturbi, già io cerco di esser gentile perché in fondo stai lavorando e non è colpa tua se fai sto lavoro, ma tu come ti permetti, scusa? Roba che la prossima volta rintraccio il numero, li richiamo e parlo coi capi, lo giuro! Succede davvero troppo spesso! Quindi faccio un appello: caro venditore telefonico (e dintorni) cerca la prossima volta che chiami di comportarti in maniera civile e di non usar il solito metodo svizzero "quando non so che fare" o scappo, o ignoro la situazione o continuo come un martello a ripeter quello che sto dicendo senza ascoltar gli altri...", altrimenti avranno luogo ripercussioni, perché se non te l'hanno insegnato da bambino che è un modo immaturo e maleducato di agire non è colpa mia e io mi son davvero stufata! No, davvero se avete dei consigli, datemeli!

 Giusto per non farmi rovinar la settimana appena iniziata, che già si preannuncia dura di suo, pensiamo ad altro, ad esempio a Leopard tutto intento nel lavarsi i dentini (attività che adora) o che cerca a far la barba al suo papà (ehm, sì, il rasoio in realtà è chiuso, altrimenti ci ritroviamo Mr Coppola a fettine!!)

Buon lunedì e buona settimana a tutti...

domenica 15 maggio 2011

Domenica al museo...

Ovviamente avendo appena acquistato un fantastico carrellino da attaccare alla bici per portar in giro Leopard il bel tempo non poteva che abbandonarci lasciando il posto a pioggia, vento e a temperature autunnali (12 gradi mannaggia!!!)...e altrettanto ovviamente il pupo non ne ha approfittato per dormirsela, ma alle 6.30 era sveglio come un grillo e  urlante, dunque ci siam decisi a sfruttare questa domenica per andar finalmente a visitare il Tinguely Museum, qui a Basel, anzi proprio dietro casa nostra, dove oltre alla splendida collezione permanente c'era la mostra di Arman, artista direi fuori dagli schemi, bizzarro, ma visionario. Lascio a Wikipedia il compito di erudirvi (se ce ne fosse bisogno) con i dati nozionistici, sicuramente più precisi e veritieri di quanto ne sappia io. Sta di fatto che questo signore negli anni '60 ha intuito il ruolo crescente degli oggetti e anche del conseguente consumismo, cito letteralmente sempre da Wiki: 

"Tra i massimi esponenti del nouveau réalisme, corrente artistica che racconta l'uomo attraverso oggetti di uso quotidiano: scarpe, orologi, telefonini, ecc. etc.: queste particolari realizzazioni volgono ad esprimere l'ingranaggio del consumismo. Per esprimere in maniera sempre più accentuata questo ingranaggio del consumismo, lo vediamo infatti realizzare opere sempre più mirate come gli accumuli di oggetti identici posti sulla tela in maniera geometrica, con ordine ed eleganza. Visto l'incrocio tra la tela e l'oggettistica, Arman è considerato uno scultore-pittore. Lui stesso si definirà perfettamente presentandosi come “un peintre qui fait de la sculpture”. 



 Davvero interessante, devo dire, e divertente il fatto che alla fine della mostra, si poteva creare una propria "opera" con oggetti di scarto che si trovavan li a disposizione, infilati in un sacchettino, passato nella macchina per creare il vuoto..et voilà, questo è il mio "capolavoro"!





Bellissima la struttura architettonica, molto nordica, come anche il modo di concepire il museo (oltretutto ci son regolarmente workshop per bambini a partire dagli 8 anni). E che dire delle affascinantissime macchine in movimento di Tinguely? Son davvero un capolavoro di intelligenza e ingegneria oltre che di fantasia e arte , e per la maggior parte vengono azionate proprio dai visitatori, grazie a grossi tasti che anche nella mia fantasia, oltre che nella realtà, non potevan che esser tondi e rossi! Mi ricorda tanto Munari, secondo me è poesia che si fa movimento, con leggerezza e grazia giocosa. Figuratevi che divertimento per i bambini, ma anche la fascinazione per gli adulti è garantita. È davvero uno spazio magico, se vi capita di passar da queste parti, fateci un salto!













venerdì 13 maggio 2011

Ginnastica per scansafatiche

Ve l'avevo detto che mi piacciono i libri francesi (mentre le riviste le trovo francamente bruttine, preferisco quelle tedesche, ma son prontissima a ricredermi se me ne segnalate di belle!), non parlo di letteratura, ma di quella serie di libri di cucina, diy, déco, che hanno sempre un misto di fantasia e brio, senza perderci in buon gusto e con una grafica accattivante! 

Ecco che al super sabato scorso ne ho trovato uno carinissimo, e poi scusate con un titolo del genere (ginnastica per scansafatiche) e col fatto che propone un solo esercizio al giorno (e francamente di tempo di far ginnastica con Leopard ne ho davvero poco, e nelle scarse ore in cui va al nido non ho scovato nessun corso che mi ispiri) potevo non innamorarmene??!! Ce n'è una serie intera dedicata dallo yoga al pilates, dalle diete alla cucina, dalla gravidanza ai bimbi, ed esiste anche un sito dedicato.

Per quanto mi riguarda son addirittura arrivata all'esercizio n.4...
Che dite, non mi starò affaticando troppo??

Ginnastica per scansafatiche


E già che parliamo di cose (più o meno) salutari volevo condividere con voi questa ricettina per un'insalata gustosissima, ovvero l'insalata di spinaci novelli, avocado e arance. Gli ingredienti son quelli appena nominati, con l'aggiunta di uvetta e frutta secca, il tutto condito con olio extravergine d'oliva, aceto balsamico e un pizzico di sale. Secondo me (e mister Coppola) è buonissima! Se tanto mi dà tanto aggiungo anche questa nel novero degli esercizi ginnici...


Insalta di spinaci novelli

lunedì 9 maggio 2011

Domenica in fattoria








In verità avrei voluto parlare del mio week end "internazionale" tra Germania, Francia e Svizzera, ché il vantaggio di vivere vicino a una frontiera è proprio quello di poter sfruttar (ussignur che brutta parola, me ne rendo conto!) il meglio che ogni Paese offre. Di come amo negozi e mercatini bio in Germania, ancor di più quando regalano la frutta e la verdura da sgranocchiare ai bimbi, di come la Francia sia meglio per quanto riguarda i libri o i vestitini per bambini, o di come tutte le attrezzature sportive lì costino meno, cose così. Ma domenica siamo andati con degli amici in questa Jucker Farm, una fattoria nel cuore della Svizzera, vicino al Pfäppikon See (sì, lo so che i laghi in Svizzera son così numerosi che o uno ci vive di fianco o non ci si raccapezza più!), e devo dire che ne son rimasta talmente incantata che non posso parlare d'altro. Il posto è davvero bucolico e allo stesso tempo ben organizzato, per i bambini è un vero spasso, con gli animali, balle di fieno su cui saltare, carriole su cui sfrecciare a tutta velocità (bravi i papà che si fanno due braccia tante!!), prati, angolo giochi, il tutto sotto una miriade di alberi e col lago pochi metri sotto (ma non così vicino da temere che il proprio pargolo ci si tuffi in un momento di distrazione!). Poi ci son un ristorante, un self service con prodotti locali, i campi in cui si possono cogliere le fragole, il succo di mele alla spina, il fuoco su cui cuocersi bratwurst direttamente dal bastone, l'angolo delle amache di ogni forma, colore e capienza per un po' di sanno svacco (relax, volevo dire relax!). Il tutto, ripeto, in un posto immerso nel verde che fa bene agli occhi e all'umore. Credo di non sbagliarmi affermando che questi son i posti che mancano in Italia, perlomeno nei dintorni delle grandi città, sicuramente a Milano, dove giuro di aver visto cosidetti parchi giochi con aree per cani più grandi e meglio tenute rispetto agli spazi per i bambini!







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sabato 7 maggio 2011

Sì al dialetto all'asilo?

Mir wäann Dialäggt= Wir wollen Dialekt (Vogliamo il dialetto!)

Il 15 maggio a Basilea avrà luogo un referendum a favore dell'uso del dialetto nei Kindergarten, ovvero all'asilo o scuola materna che dir si voglia (che qui accoglie i bambini circa dai 3 ai 7 anni). Chi vota JA è favorevole, chi vota NEIN è contrario. Per chi capisce il tedesco, questo è il sito per il si. Al momento la regola vorrebbe che Hoch-Deutsch e Mundart (o Schwitzerdutsch, cioè il dialetto, che cambia da Cantone a Cantone, quindi in questo caso di tratterebbe del Baslerdutsch, il dialetto basilese) fossero equamente divisi al 50%, per poi passare all'uso del tedesco a scuola. A quanto risulta dalla mia esperienza nell'asilo dove va mio figlio c'è una educatrice tedesca che parla Hochdeutsch e  tre svizzere che parlano dialetto (ovvero 75% dialetto svizzero e 25% tedesco). I bambini parlano sicuramente più dialetto che altro, tanto che molti all'inizio avevan difficoltà a capire la ragazza tedesca.


Che io non sia una fan del dialetto forse l'avete già intuito e non mi vergogno a dirlo. Ma attenzione: non penso assolutamente che non vada preservato come elemento culturale, ci mancherebbe, però non dovrebbe andare a discapito della lingua ufficiale, né tantomeno diventare elemento di discriminazione per chi è straniero. Immaginatevi se in Italia, anche nelle grandi città negli asili si parlasse solo dialetto. Come farebbero gli stranieri a imparare l'italiano e integrarsi? E voi sareste contenti se i vostri figli fino ai 7 anni non parlassero italiano?

Lo so che son due situazioni territoriali differenti e storicamente differenziate, ma i punti su cui riflettere rimangono e sono diversi.


Si tratta davvero di preservare una ricchezza culturale e favorire l'integrazione (come dicono i sostenitori del sì) o piuttosto è una chiusura verso l'esterno in un Paese che vede sempre più stranieri presenti sul suo territorio? Le fonti ufficiali parlano infatti del 22, 5% di stranieri sulla popolazione totale, e dicono che presto si raggiungerà quota 2 milioni. (Una forte crescita percentuale l'hanno avuta i tedeschi e le persone provenienti dalla ex Jugoslavia).
Ad esempio molti secondi (Italiani di seconda generazione, ma anche di terza) non parlano tedesco, ma solo dialetto svizzero e italiano, o spesso dialetto della loro Regione italiana di provenienza. Lo stesso dicasi per gli Slavi. Non è ovvio che queste persone hanno meno possibilità di arrivare a occupare posizioni lavorative prestigiose? Il sistema scolastico svizzero, estremamente elitario e gerarchico,  ha dato finora buoni frutti, ma con l'apertura delle frontiere e l'ìmmensa concorrenza gli Svizzeri si vedon sottrarre i posti di lavoro da stranieri più qualificati (e che magari accettano anche stipendi più bassi). Non dico che sia giusto, dico che il modo per evitarlo e modernizzar la scuola, rendersi competitivi, modernizzarsi, piuttosto che chiudersi all'esterno e farlo fon dalla più tenera età.

Residenti stranieri in Svizzera dal 1900. Fonte NZZ

Oltretutto serve davvero una regolamentazione simile se di fatto nella realtà quotidiana le educatrici svizzere parlano dialetto e le straniere tedesco? Non è uno spreco di tempo e soldi? E ancora: potrebbe esser anche questo un modo per avvantaggiare gli svizzeri nelle assunzioni? Ma ha senso in un ambito in cui la richiesta è elevatissima e il personale disponibile scarso?

Onestamente non lo capisco fino in fondo questo referendum, e da un lato è anche normale non conoscendo approfonditamente la realtà locale. Ripeto, io accetto che il mio bambino al nido parli anche il dialetto, diverso sarebbe se parlasse solo dialetto. Che opportunità gli starei dando? E ancor di più chi in casa non ha nessuno che parli tedesco? Oltretutto ad oggi il dialetto è più diffuso che 15 anni fa, quando ad esempio in Tv si sentiva molto meno. Io, se potessi votare, voterei NO. 
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