Sto soffrendo tanto a esser qui, stasera, nella verde Svizzera, quando vorrei essere nella mia arancione Milano, in piazza del Duomo, a festeggiare, a cantare e ballare. Ma son contenta, contenta davvero, e fiera dei miei concittadini, fiera di essere milanese, una volta tanto, che io la mia città la amo di pancia, di un amore passionale, fatto anche di liti, rifiuti, distanze, fatto di incomprensioni, di grandi malinconie e immensa nostalgia. La amo come solo chi ci é cresciuto e ci ha vissuto la può amare, perché chi la usa per lavorarci e basta non può provar lo stesso, non per altro, non la consoce abbastanza, non la capisce del tutto. La amo come solo chi l'ha anche odiata la può amare. Amo i suoi angoli nascosti. Amo la sua creatività. Le sue risorse. La sua laboriosità. Odio certe sciure impellicciate e sciuri un po' ottusi, non sopporto i fighetti e i locali in: ma la amo perché so che c'é altro. Ci son angoli nascosti. C'é grande accoglienza. È fatta di tanti universi e tante umanità, perché milanesi non ci si sentono solo quelli che ci sono nati, e, lasciatemelo dire, è piuttosto raro. Amo (e insieme odio) anche la sua durezza. Perché è difficile da vivere. Non è a misura d'uomo, e questo lo sappiamo tutti, eppure ti conquista. E mi piace pensare che a misura d'uomo ci possa diventare, che ha risorse umane, economiche, intellettuali, morali da vendere. E doveva risorgere dal grigiore in cui era piombata. Deve e può ancora farlo. E per primi devon farlo i suoi cittadini. Per questo credo ci sia stata così tanta partecipazione a queste elezioni. Lasciamo stare Berlusconi e la politica di Palazzo. Alla fine ha vinto chi ha parlato della città e alla città, chi non ha fatto una campagna contro Berlusconi, ma una per i milanesi. E ora che abbiamo vinto la strada è in salita, perché è una città stanca, ferita, sdrucita, che aveva abbandonato i suoi sogni quella ricevuta in eredità. Ma qualche volta il vento cambia e una città grigia si tinge di arancio, le piazze tornano a riempirsi e la musica a suonare nelle piazze. Speriamo, speriamo davvero che questa promessa di novità venga mantenuta, che questo entusiasmo si traduca in più partecipazione e impegno civile da parte di tutti, e che le promesse vengano per una volta mantenute..Ma per ora, è solo tempo di festeggiare!
“Voi, milanesi, siete gli abitanti della capitale della creatività. Io credo in voi. Io credo che noi milanesi abbiamo risorse umane, intellettuali, tecnologiche da primato e che non possiamo essere una comparsa sul palcoscenico mondiale. Io credo che noi milanesi dobbiamo essere i trascinatori della Green economy, e non degli spettatori. Io credo che noi milanesi dobbiamo guardare al patrimonio culturale della nostra città non come un elemento decorativo della sua storia ma come propulsore del nostro futuro. Io credo che noi milanesi faremo dell’Expo 2015 una grande iniziativa che darà luce al mondo. Io credo che noi milanesi saremo un esempio di civiltà: dimostreremo che dire “bene comune” non vuol dire che l’aiuola davanti casa non è di nessuno, ma al contrario che appartiene a ciascuno di noi; io credo che ognuno di noi avrà cura della città perché città è casa. Io credo che martedì mattina usciremo di casa con un sorriso, pensando ‘mi piace essere qui’. Io ci credo. È arrivato il tempo. È arrivato il nostro tempo. Abbiamo ripreso in mano il nostro destino. Non facciamocelo sfuggire. Domenica e lunedì andiamo tutti alle urne, andiamo a festeggiare la democrazia, facciamo vincere Milano”.